Negli ultimi mesi, diversi incidenti mortali si sono verificati in vari cantieri in Italia, con un filo comune: tutti i lavoratori deceduti appartenevano a ditte in appalto. A Brandizzo, cinque operai sono morti in un cantiere ferroviario il 30 agosto 2023. A Firenze, cinque operai sono morti in un cantiere edile il 17 febbraio 2024. Ieri a Suviana, tre persone sono morte e quattro sono disperse in un cantiere di manutenzione di un impianto industriale. Le indagini sono in corso per determinare le cause di questi incidenti, ma le prime ipotesi puntano a errori umani, problemi di coordinamento tra le diverse aziende appaltatrici e possibili difetti nelle attrezzature o nei componenti installati. Questi incidenti sottolineano l’importanza di migliorare la sicurezza nei cantieri per prevenire tragedie future. 

Cosa tratta:

A Brandizzo il 30 agosto 2023 perdono la vita 5 operai in un cantiere ferroviario.A Firenze il 17 febbraio 2024, perdono la vita 5 operai in un cantiere edile.A Suviana ieri, perdono la vita 3 persone e 4 sono disperse, in un cantiere di manutenzione di un impianto industriale.C’è un filo comune che lega queste vicende: tutti i lavoratori morti appartengono a ditte in appalto. Deve infine far riflettere il dato che uno dei lavoratori deceduti aveva 73 anni, mentre un disperso ne ha 68.

L’obiettivo di questi approfondimenti puntuali non è fare cronaca, ma aggiornare e professionalizzare gli addetti alla sicurezza e salute italiani. Quindi è importante chiedersi sempre: cosa impariamo?

L’altro impegno importante è non giudicare (da informazioni frammentarie e giornalistiche), situazioni complesse come i grandi incidenti sul lavoro.

In queste prime ore frenetiche di ricostruzione dell’ accaduto, le notizie sono sempre frammentate e molteplici.  Ieri verso le 15, nella centrale idroelettrica di Bargi  erano in corso dei lavori di manutenzione straordinaria, che andavano avanti da quasi un anno. La centrale si trova sotto il livello dell’ acqua, sulle sponde del lago artificiale di Suviana, ed è ad oggi gestita da Enel Green power. Ad oggi non è chiara la dinamica, qualche fonte parla di incendio/esplosione alla turbina in collaudo, altre fonti parlano di esplosione/incendio ad un alternatore. Il prefetto di Bologna intervistato, propende per la sequenza esplosione e incendio alla turbina. Alcuni testimoni oculari riferiscono ai giornali di avere sentito  “forte rumore” proveniente dalla turbina e di aver visto una “grande fiammata”. All’ esterno si è percepito un botto e si è alzata una colonna di fumo. Anche la sede deve essere chiarita, per le oggettive difficoltà di accesso, l’ipotesi più probabile è che possa essere collassato il solaio tra l’ottavo e il nono piano, provocando la rottura delle condutture di refrigerazione della turbina. Da qui l’allagamento del nono piano. Per la ricerca dei dispersi stanno intervenendo i sommozzatori di Pisa.

La maggior parte dei media parlano di ottavo piano, qualcuno del nono piano, a circa 40 metri di profondità. La difficoltà nei soccorsi è evidente, operando a otto-nove piani sotto il livello dell’ acqua, ci sono rischi e pericoli anche di crollo o di ingresso acqua in maniera improvvisa. I vigili non riescono ad arrivare all’ottavo piano, ci sono continue esplosioni, fumo, calore e buio.

Ad oggi risultano cinque lavoratori ricoverati in ospedale,  ma non sono in pericolo di vita, uno è ustionato in modo grave. Non ci sono certezze sull’ accaduto, le notizie ad oggi continuano ad essere divergenti: alcuni sostengono che era in corso la prova di messa in esercizio che precede di norma il collaudo ufficiale, atto a chiudere i lavori di manutenzione straordinaria. I lavori erano appaltati ad aziende esterne che lavoravano con propri lavoratori e tecnici esterni. Parliamo di multinazionali che costruiscono centrali in tutto il mondo, si parla di nove aziende, due sarebbero ABB e Siemens, che di norma non utilizzano operai generici ma tecnici esperti e molto qualificati.

I corpi dei primi tre lavoratori, sono stati recuperati nella giornata stessa, e i vigili del fuoco sono ancora alla ricerca dei quattro lavoratori che mancano all’ appello, e che potrebbero anche aver trovato rifugio in una parte di impianto non raggiungibile. Con il passare delle ore, le speranze si affievoliscono. Le operazioni di recupero sono estremamente complesse e pericolose. Sono stati coinvolti mezzi di grandi dimensioni e diverse squadre dei VVF.

L’Enel ha interrotto la produzione, l’erogazione di elettricità alla regione non è in pericolo. Tutta l’area è stata sequestrata, i magistrati dovranno fare luce sull’accaduto e rispondere ai quesiti principali. Gli incidenti alle centrali idroelettriche non sono frequenti, ma inevitabilmente la memoria corre subito alla diga del Vajont del 1963. Questo impianto venne inaugurato nel 1932. Le indagini ad oggi, si stanno concentrando su tre/quattro aspetti principali:

1) Un errato montaggio

2) Un errata manovra

3) Attrezzature, componentistica e impianti installati.

4) Coordinamento lavori

Il montaggio errato: Una delle ipotesi più accreditate in queste ore è che il montaggio della turbina o dei componenti della stessa, avvenuto durante i lavori di manutenzione, possa aver avuto qualche criticità. Montaggio errato, problemi di installazione, scarsa verifica che possono aver originato l'incidente.

La manovra errata: Altro fronte di analisi è quello delle manovre effettuate durante il collaudo di ieri. Pare che lo scoppio sia avvenuto proprio nel momento dell’ avviamento della turbina. Occorrerà quindi verificare la sequenza delle manovre effettuate e se ci sono stati o meno errori procedurali e/o errori umani.

Attrezzature, componentistica e impianti installati: Una grande manutenzione è sempre un intervento complesso. Anche in questo caso parliamo di opere importanti: revisione complessiva della turbina 2 di produzione, sostituzione valvola rotativa, adeguamenti impianti oleodinamici, sostituzione dei quadri elettrici, sostituzione dei trasformatori e probabilmente altre cose che cammin facendo si scoprono ed è sempre meglio fare. La verifica verterà sui materiali installati e la loro qualità, sul rispetto dei capitolati, sui montaggi, e sulle verifiche di installazione e collaudo dei singoli impianti/componenti.

Il coordinamento: Inevitabile quando si parla di appalti, esaminare le operazioni di coordinamento tese ad evitare le interferenze tra le diverse aziende presenti a vario titolo ad operare per i vari appalti. Il frazionamento delle opere, unito alla costante pressione dovuta a rispetto dei tempi e dei costi, opera in senso negativo per la salute e la sicurezza degli operatori. I magistrati dovranno quindi verificare se c’è stato il rispetto dei tempi e come è stata effettuata la vigilanza operativa e sul campo.

Cosa impariamo:

Le cause dell'incidente della diga di Suviano di ieri sono ancora in corso di accertamento da parte della Procura di Bologna. Tuttavia, dalle prime indagini e dai rilievi effettuati, le ipotesi più accreditate sono:

  1. Errore umano: Un errore durante l'installazione o il posizionamento non corretto di parti dell’ impianto, dei quadri e trasformatori  e/o la mancata osservanza delle procedure di sicurezza potrebbe aver contribuito all'incidente.
  2. Sistema di gestione della salute e della sicurezza : Un’organizzazione troppo complessa non consente di tenere sotto controllo i rischi interferenziali. I controlli e la vigilanza devono evitare rischi interferenziali. La difficoltà di coordinamento: Il numero elevato di aziende appaltatrici presenti, impone un lavoro di coordinamento estremamente complesso.
  3. Appalti, ancora appalti: inizia ad essere evidente che il sistema di appalti e subappalti tipicamente italiano, inizia a mostrare palesi carenze e grandi difficoltà di coordinamento. Non è un caso se in tutte le grandi tragedie degli ultimi mesi, si parli solo di appalti.

Al momento, non è possibile escludere nessuna di queste ipotesi. La Procura di Bologna sta svolgendo accertamenti tecnici e acquisendo le testimonianze dei presenti per ricostruire la dinamica del crollo e individuare eventuali responsabilità. È importante sottolineare che le ricerche dei dispersi e quindi anche le indagini sono ancora in corso e che le cause definitive dell'incidente saranno accertate solo al termine delle stesse. E' auspicabile che dalle conclusioni delle indagini emergano le cause dell’incidente e che vengano adottate misure adeguate per migliorare la sicurezza nei cantieri e prevenire tragedie simili in futuro.