La COP29, che si è conclusa il 23 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian, ha raggiunto un importante accordo in materia di finanza climatica, con un impegno di 300 miliardi di dollari all’anno, a partire dal 2035, per supportare i paesi in via di sviluppo.

Di cosa si tratta:

La conferenza, che si è tenuta in un paese che è uno dei principali produttori ed esportatori mondiali di gas fossile, è iniziata l'11 novembre con tre obiettivi principali:

  1. Migliorare l’ambizione globale, garantendo che tutte le nazioni sviluppino piani nazionali ambiziosi e trasparenti;
  2. Consentire l’azione concreta, ponendo maggiore attenzione al ruolo cruciale della finanza, che è essenziale per tradurre l’ambizione in azioni tangibili, ridurre le emissioni e affrontare i cambiamenti climatici e i relativi impatti;
  3. Ottenere riduzioni rapide, profonde e durature delle emissioni, per mantenere l’aumento delle temperature al di sotto di 1,5°C, evitando così i danni più gravi derivanti dal cambiamento climatico.

L’accordo sulla finanza climatica raggiunto durante la COP29 sostituisce quello precedente, che fissava un obiettivo di 100 miliardi di dollari all’anno. Ora, l’impegno complessivo ammonta a circa 1.250 miliardi di euro all’anno, ma solo 300 miliardi di questa somma provengono dai paesi sviluppati come contributi diretti e prestiti a basso interesse. Il resto dei fondi, sebbene previsto, deve ancora essere raccolto tramite modalità non del tutto definite, suscitando preoccupazioni circa la realizzazione effettiva di tali risorse.

Molti paesi meno sviluppati hanno criticato l’accordo, ritenendo che 300 miliardi all’anno siano insufficienti rispetto alle urgenti necessità. Mentre alcune delegazioni hanno accolto l'accordo come un passo avanti, altre lo hanno definito un fallimento e un tradimento.

Alla fine della conferenza, il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso la sua delusione, dichiarando di sperare in un risultato più ambizioso, sia sul fronte finanziario che in termini di mitigazione. Tuttavia, ha invitato i governi a considerare l’accordo come una "base su cui costruire" per affrontare la crisi climatica.

La COP30, che si terrà nel 2025 a Belém, in Brasile, avrà il compito di risolvere le problematiche emerse a Baku e spingere per un immediato aumento dei finanziamenti per il clima. Sarà anche l’occasione per presentare i piani nazionali aggiornati e fare un bilancio delle azioni globali intraprese per il clima.

Conclusione:

La COP29 rappresenta un passaggio fondamentale, una conferenza di transizione tra la COP28 di Dubai, che ha dato avvio al processo di abbandono delle fonti fossili, e la COP30 di Belém, in cui i paesi dovranno rendicontare i loro progressi. Sebbene sia ancora tecnicamente possibile rispettare l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature a 1,5°C, la vera sfida resta quella di ottenere l’impegno politico e finanziario necessario per sfruttare appieno le potenzialità di mitigazione a nostra disposizione.