Report SNPA n. 38/2023, fornisce, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare il degrado del territorio e l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici

Cosa tratta?

Un suolo sano costituisce la base essenziale dell'economia, della società e dell'ambiente, in quanto produce alimenti, accresce la nostra resilienza ai cambiamenti climatici, agli eventi meteorologici estremi, alla siccità e alle inondazioni e favorisce il nostro benessere.

L’importanza di proteggere il suolo e di promuoverne la salubrità, tenendo conto del persistere del degrado di tale ecosistema vivente, di tale componente della biodiversità e di tale risorsa non rinnovabile, deriva anche dai costi dell'inazione riguardo al degrado del suolo, con stime che nell'Unione Europea superano i 50 miliardi di euro all'anno.

Il consumo di suolo è un fenomeno legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali ed è prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.

Il monitoraggio del consumo di suolo in Italia è compito dell’ISPRA e del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente previsto dalla L.132/2016. Il monitoraggio permette di avere un quadro aggiornato annualmente sull’evoluzione del consumo di suolo, delle dinamiche di trasformazione del territorio e della crescita urbana, in particolare, attraverso la produzione della cartografia ufficiale di riferimento e l’elaborazione di indicatori ambientali e territoriali.

Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate e crescenti. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 76,8 km2, il 10,2% in più del 2021. Si tratta, in media, di più di 21 ettari al giorno, il valore più elevato degli ultimi 11 anni, in cui non si erano mai superati i 20 ettari.

Alla luce di questo complesso e articolato sistema di obiettivi, politiche e azioni a diverso livello, è difficile realizzare una valutazione realistica degli scenari di trasformazione del territorio italiano. Di certo, nel caso in cui la velocità di trasformazione dovesse confermarsi pari a quella attuale anche nei prossimi anni, si potrebbe stimare il nuovo consumo di suolo, che sarebbe pari a 1.981 km2 tra il 2022 e il 2050 e a 566 km2 se l’azzeramento fosse anticipato al 2030.

Le cause di consumo del suolo possono ricondursi a:

  • nuove coperture artificiali: tra il 2006 e il 2022 in Italia sono stati consumati 1.216 km2 di suolo naturale o seminaturale a causa dell’espansione urbana e delle sue trasformazioni collaterali;
  • aree edificate: nell’ultimo anno l’aumento netto delle aree edificate è stato di circa 994 ettari;
  • cantieri e infrastrutture: le aree destinate a cantieri e strade sterrate occupano nel complesso il 5,3% della superficie nazionale, le infrastrutture occupano complessivamente 616.252 ettari, pari al 2% del territorio nazionale e al 28,6% del consumato totale;
  • sviluppo dei poli logistici: logistica e grande distribuzione organizzata figurano tra le principali cause di incremento della superficie consumata in Italia.

Quando entra in vigore?

Report pubblicato il 25 ottobre 2023.

Indicazioni operative

Questi dati suggeriscono che il consumo di suolo è un problema significativo per l'ambiente italiano. È necessario adottare misure per ridurre il consumo di suolo e mitigare il suo impatto negativo. Ecco alcuni esempi di misure che possono essere adottate:

  • pianificazione urbanistica sostenibile;
  • riqualificazione delle aree urbane degradate;
  • sviluppo di infrastrutture verdi;
  • educazione ambientale.

È importante ricordare che il consumo di suolo è un problema globale. Anche a livello internazionale è necessario adottare misure per ridurre il consumo di suolo e proteggere gli ecosistemi e la biodiversità.