Assindatcolf, sul proprio sito internet, ha riepilogato la disciplina che regolamenta la malattia del lavoratore domestico, precisando che se la colf o la badante è assunta ad ore si dovrà avvertire dell’assenza tempestivamente il datore di lavoro (salvo cause di forza maggiore o obbiettivi impedimenti) entro l’orario contrattualmente previsto per l’inizio della prestazione lavorativa.

Successivamente il lavoratore domestico dovrà far pervenire al datore di lavoro il relativo certificato medico indicante la prognosi di inabilità al lavoro entro due giorni dal relativo rilascio, o in alternativa il numero di protocollo del certificato.

Diversa la situazione per colf o badanti conviventi. Infatti in questo caso non è necessario l’invio del certificato medico, salvo che non sia espressamente richiesto dal datore di lavoro. Rimane l’obbligo di produrre il certificato medico per i conviventi qualora la malattia intervenga nel corso delle ferie o in periodi nei quali questi non siano presenti nell’abitazione del datore di lavoro.

L’associazione ricorda che a pagare la malattia del lavoratore domestico, colf o badante, ad ore o in regime di convivenza, è la famiglia stessa e non l’Inps. Ne deriva che nessuna comunicazione specifica rispetto a questo evento deve essere inoltrata all’Ente previdenziale.

In merito a quanti giorni di malattia spettano a colf e badanti il CCNL prevede periodi retribuiti diversi in relazione all’anzianità maturata dal lavoratore domestico.

Infine, sottolinea Assindatcolf, il CCNL lavoro domestico assicura al lavoratore non solo un periodo di malattia retribuita ma gli garantisce anche il diritto alla conservazione del posto di lavoro (c.d. periodo di comporto) che varia a seconda dei mesi di attività svolta presso lo stesso datore di lavoro.

In questo arco temporale il lavoratore domestico non viene pagato ma non può essere licenziato. Il datore non versa contributi ma deve accantonare comunque tredicesima mensilità e Tfr che continuano a maturare insieme alle ferie. In caso di malattia oncologica, documentata dalla competente ASL, i periodi di conservazione del posto sono aumentati del 50%.