Assindatcolf, sul proprio sito internet, ha ricordato che l’eventuale periodo di quarantena o isolamento fiduciario imposto al domestico che rientra in Italia dal Paese di origine dopo le vacanze estive non è da considerarsi lavorativo.

Pertanto i giorni trascorsi al proprio domicilio, ai fini della compilazione della busta paga, dovranno essere conteggiati come permesso non retribuito.

L’Associazione ricorda anche alle famiglie che hanno alle proprie dipendenze colf, badanti e baby sitter di consultare sempre il portale dei viaggiatori del Ministero della Salute che fornisce le informazioni aggiornate sui singoli Stati e su come gestire i rientri, anche relativamente ai periodi di quarantena.

A tale proposito Assindatcolf precisa che, anche qualora il rapporto di lavoro sia in regime di convivenza, l’eventuale quarantena non può essere svolta presso l’abitazione in cui risiede l’assistito, soprattutto quando in famiglia vive una persona fragile e quindi più esposta ai rischi del contagio. Il ricorso ad altre eventuali location private (esempio presso alberghi, B&B, affittacamere, agriturismi, ecc.) non deve essere a carico delle famiglie.