Carbon footprint e mobilità aziendale: gli standard normativi per misurare le emissioni.
A cura della redazione
Comprendere l’impronta carbonica della mobilità aziendale (intesa come business travel, flotte auto e spostamenti casa-lavoro) è indispensabile al fine di creare strategie di riduzione delle emissioni ambiziose e progettare un piano efficace per raggiungerle.
Perché le aziende devono definire una strategia climatica?
Perché l’accordo di Parigi del 2015 ha segnato un punto di svolta nell’approccio alla riduzione delle emissioni spingendo le nazioni ad impegnarsi a raggiungere l’obiettivo net-zero entro il 2050. Durante la COP26 – Conferenza delle nazioni unite sui cambiamenti climatici del 2021 l’UE e Stati uniti si sono impegnati a raggiungere l’obiettivo entro il 2030, la Cina entro il 2060.
L’apporto del settore privato è fondamentale per il raggiungimento dell’obiettivo, le aziende sono quindi chiamate a una presa di responsabilità sul tema.
Per un’azienda il termine net-zero significa avere l’obiettivo di una riduzione delle emissioni di gas serra in linea con una traiettoria di +1,5°C (stabilita dall’Accordo di Parigi) e la rimozione di una quantità di CO2 equivalente alle emissioni residue del periodo specificato. Importantissimo è non confondere il concetto di net-zero con quello di carbon (o climate) neutrality: la differenza è che il secondo rappresenta un obiettivo di breve termine per garantire che gli sforzi aziendali siano coerenti con il raggiungimento del primo, ovvero un obiettivo di medio-lungo termine. Puntare quindi alla carbon neutrality è utile ma non è lo scopo finale di una strategia climatica corretta: cercare di raggiungere il net-zero attraverso una riduzione delle emissioni e finanziamento dell’azione climatica, rappresenta un approccio più attuale e coerente con gli standard internazionali.
Il primo passo però per realizzare una strategia climatica è ovviamente la misurazione accurata delle proprie emissioni di gas serra.
I principali standard di misurazione in questo senso sono due: GHG Protocol e ISO 14064.
Il GHG Protocol è il più diffuso standard internazionale, richiamato anche dalle linee guida GRI, che permette la rendicontazione delle emissioni, garantendo però una comparabilità tra emissioni di aziende e anni differenti. Sviluppato già a partire dal 1998 da una partnership fra il World Resource Institute, il World Business Council for Sustainable Development e altri fra NGOs, aziende e governi è basato sulla definizione di tre macrocategorie:
Scope1: emissioni dirette relative all’operatività dell’azienda (tra cui i veicoli della flotta).-
Scope2: emissioni indirette relative all’energia acquistata e consumata dall’azienda.-
Scope3: comprende tutte le emissioni generate dall’attività (ad esempio il business travel e gli spostamenti casa-lavoro) e possono rappresentare una quota significativa sul totale e valgono in media 11 volte le emissioni operative di Scope 1 e 2 e il dato è in aumento anno dopo anno (font. CDP ex Carbon Disclosure Project).
La UNI ISO 14064 (2018) è invece una norma, suddivisa in tre parti, che ha l’obiettivo di definire le migliori pratiche internazionali nella gestione, rendicontazione e verifica di dati ed informazioni riferiti ai GHG (Greenhouse gases - gas ad effetto serra). I tre punti che la compongono possono essere utilizzati in maniera separata oppure integrati tra loro e sono:
ISO 14064 – 1
Include i requisiti per determinare i confini di emissione dei GHG, quantificando le emissioni e le rimozioni di GHG di un'organizzazione e identificando specifiche attività dell'organizzazione volte a migliorare la gestione dei GHG. Sono inoltre dettagliati i requisiti del sistema di gestione e la guida sulla gestione della qualità dell'inventario GHG, la rendicontazione, gli audit interni e le responsabilità dell'organizzazione nelle attività di verifica.
ISO 14064 - 2
Riguarda i progetti GHG sviluppati appositamente per ridurre le emissioni di GHG od aumentarne la rimozione.
ISO 14064 - 3
Descrive l'effettivo processo di validazione o verifica. Specifica i requisiti per la pianificazione e le procedure di verifica e la valutazione delle asserzioni relative ai GHG.
L’ISO 14064 amplia il modo in cui le emissioni vengono ricercate e rendicontate traducendo gli Scope 1-2-3 proposti dal GHG Protocol in 6 categorie.
Dopo queste premesse esaminando i gas-serra prodotti da business travel e employee commuting (spostamenti casa-lavoro) vediamo che sono collocati in Scope 3 per il GHG Protocol e in Categoria 3 e4 per l’ISO14064. Grazie all’ISO 14064 però è chiaro che il dettaglio con cui le aziende possono identificare e gestire le emissioni nocive di gas ad effetto serra aumenta, favorendo la progettazione, lo sviluppo e l'applicazione di iniziative e di programmi volti all'abbattimento degli inquinanti.
Ovviamente per calcolare, misurare e validare le proprie emissioni è possibile ricorrere alle soluzioni giuste per aggregare i dati della mobilità aziendale gestendo l’intero processo: ad esempio conoscere la CO2 emessa dai propri viaggi di lavoro, dagli spostamenti casa-lavoro, dalle proprie auto aziendali ecc. Scegliere quindi una tecnologia end-to-end (dalla misurazione all’effettivo raggiungimento di risultati concreti) abilita l’organizzazione a creare una strategia climatica, finanziare azioni per il clima certificate, far crescere la consapevolezza nei collaboratori e ottenere un risultato virtuoso da comunicare.
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