Artigianato Veneto: niente più ASPI ai lavoratori che perdono il posto di lavoro
A cura della redazione
Confartigianato Marca Trevigiana, CNA, Casartigiani, Cgil, CISL, UIL della provincia di Treviso, con una nota del 12/10/2015, hanno segnalato che a seguito delle abrogazioni disposte dal DLgs 148/2015 di riforma degli ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, almeno 10mila in Italia sono le persone che, lavorando in aziende ancora in crisi, da qui a fine anno, non riceveranno alcun sussidio economico dall’INPS.
Infatti in una lista di oltre 20 norme cancellate c’è anche quella su cui poggia lo storico ammortizzatore sociale dell’artigianato, figlio del connubio tra sussidio pubblico (disoccupazione ieri, ASPI oggi) e sussidio privato dell’ente bilaterale, che era chiaramente garantito sino al 31 dicembre prossimo. Un taglio che non trova giustificazione stante l’esiguità del risparmio per le casse dello Stato, che si quantifica per Treviso in 200mila euro.
La nota congiunta ritiene inaccettabile l’improvviso e inaspettato venir meno del sussidio. Il primo effetto del decreto in questione va nel senso opposto alle finalità sbandierate perché costringe ditte e lavoratori a dover ora fare i conti con i licenziamenti, già resi costosi dalla riforma Fornero (1.500 euro), poiché senza l’intervento pubblico (ASPI) gli accordi di sospensione non hanno più la copertura previdenziale ai fini pensionistici e l’integrazione alla retribuzione persa (-40%)
Associazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori trevigiani hanno condiviso un appello al Governo e al Parlamento, impegnati a giorni con il varo della Legge di stabilità, per l’immediato ripristino dell’art.3 co.17 legge 92/2012 evitando il replicarsi di un nuovo caso di esodati nelle pmi.
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