Confcooperative, sul proprio sito internet, ha ricordato che utilizzare strumentalmente il costo del lavoro per aggiudicarsi gli appalti è una pratica da tempo censurata.

Quindi il costo del lavoro inerente una gara deve essere calcolato in modo uniforme da tutti i concorrenti, altrimenti si falsa surrettiziamente qualunque offerta.

La giurisprudenza costante indica il costo delle ore mediamente lavorate come base di calcolo, e quindi divisore corretto su cui costruire l’offerta, ma ci sono casi dove si utilizzano le ore teoriche in luogo di quelle mediamente lavorate.

Infatti, è di tutta evidenza che l’utilizzo delle ore teoriche come divisore, che sono ovviamente maggiori rispetto alle ore mediamente lavorate, permette di presentare un’offerta ingiustificatamente bassa.

È palese che se si suddivide il medesimo ammontare per un divisore maggiore si ottiene un risultato inferiore.

Tale pratica comporta che talune imprese, pur presentando offerte meno vantaggiose se calcolate con il costo delle ore mediamente lavorate, riescano ad aggiudicarsi la gara in presenza di stazioni appaltanti compiacenti o distratte.

L’aggiudicazione in base alle ore teoriche, in presenza di offerte con le ore mediamente lavorate, è idonea non solo a creare incertezza in tutti gli operatori, ma incoraggia la proposta di offerte anormalmente basse a danno della libera concorrenza determinando, nei fatti, un dumping contrattuale camuffato dal solo rispetto formale della legge.