Anche nelle ultime settimane abbiamo assistito a precipitazioni eccezionali e non che hanno causato disagi in numerose regioni italiane.

Nel redigere il piano d’emergenza di un’organizzazione, il rischio alluvione non può essere ignorato. Anche se non è possibile prevedere, anche in caso di allerta, se effettivamente si verificherà un’alluvione nella nostra zona, è possibile definire una procedura e prepararsi a rispondere ad un eventuale evento.

Conoscere il territorio

Per stabilire il rischio alluvione a cui sono esposte le infrastrutture di un’organizzazione, è possibile utilizzare diversi strumenti, fra cui la mosaicatura della pericolosità idraulica realizzata dall’ISPRA, che si basa sui criteri del D.Lgs. 49/2010, decreto di attuazione della direttiva europea 2007/60/CE. Il decreto prevede tre scenari:

  1. pericolosità elevata con tempo di ritorno fra 20 e 50 anni (alluvioni frequenti);
  2. pericolosità media con tempo di ritorno fra 100 e 200 anni (alluvioni poco frequenti);
  3. pericolosità bassa (scarsa probabilità di alluvioni o scenari di eventi estremi).

Inoltre, è necessario tenersi informati tramite i diversi canali disponibili (news, canali della Protezione Civile, canali delle istituzioni locali) per sapere se sono previste allerte meteo e per monitorare la situazione.

Prevenzione

Se ci troviamo in un’area a rischio medio o elevato, è necessario valutare una serie di azioni di prevenzione dei danni:

  • anzitutto, stipulare una polizza assicurativa che copra i danni anche in caso di alluvione, come molte aziende già fanno. Si ricorda, inoltre, che il 1° gennaio 2025 entrerà in vigore l’obbligo di stipulare polizze assicurative per danni derivanti da catastrofi naturali. L’obbligo è stato introdotto con la Legge di Bilancio 2024 e interessa tutte le aziende con sede legale o stabile organizzazione in Italia;
  • evitare di collocare in sotterranei macchine e altri elementi fondamentali anche per riprendere l’attività dopo la fine di un’emergenza, come i server;
  • valutare l’installazione di un gruppo di continuità o UPS, in modo da continuare ad alimentare macchine e dispositivi essenziale in caso di interruzione dell’elettricità;
  • segnalare alle autorità rifiuti ingombranti abbandonati, tombini intasati, corsi d’acqua parzialmente ostruiti ecc. nell’area, che potrebbero aggravare la situazione in caso di alluvione;
  • redigere un piano di emergenza in caso di alluvione, da condividere con gli addetti alle emergenze e gli altri lavoratori.

Il piano d’emergenza

Nel caso in cui si verifichi effettivamente un allagamento, se fuori dall’orario di lavoro dell’attività, bisogna aver definito una procedura per avvisare tempestivamente i lavoratori, in modo che non si rechino sul posto di lavoro.

Se invece l’allagamento avviene durante l’orario di lavoro, bisogna prevedere nel proprio piano di emergenza le procedure per:

  • interrompere le forniture di energia elettrica e metano;
  • condurre i lavoratori in luogo sicuro, preferibilmente ai piani più elevati;
  • contattare i soccorsi con il numero unico per le emergenze 112;
  • evacuare solo se sicuro.

È opportuno prevedere anche un piano di azioni per il ripristino dell’attività, una volta rientrata l’emergenza.

Per approfondire, potete consultare il nostro e-book "Management delle Emergenze: Guida Completa alla Gestione Pratica e Sicura".