Il disegno di legge (DDL) lavoro punta a mettere fine a una pratica diffusa, quella dei lavoratori che si assentano ingiustificatamente per ottenere il licenziamento e accedere così alla Naspi (indennità di disoccupazione). Con l’articolo 19 del DDL, viene introdotto un nuovo meccanismo: dopo 16 giorni di assenza ingiustificata, il rapporto di lavoro sarà considerato risolto per volontà del lavoratore, senza necessità di dimissioni telematiche.

Il nuovo sistema delle dimissioni di fatto

Secondo il DDL, al 17° giorno di assenza ingiustificata, il rapporto di lavoro si intenderà automaticamente risolto per volontà del lavoratore, a meno che il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) non preveda un termine diverso. In questi casi:

  • Il datore di lavoro sarà tenuto a inviare la comunicazione obbligatoria di cessazione (CO) e a notificare l’evento all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che potrà verificare la veridicità della situazione.
  • Il lavoratore, considerato dimissionario, non avrà diritto alla Naspi, dato che l’indennità di disoccupazione spetta solo in caso di perdita involontaria del posto di lavoro.

Inoltre, il datore di lavoro non dovrà versare il ticket di licenziamento all’Inps, un contributo obbligatorio che finanzia la Naspi e che è richiesto solo nei casi di licenziamento.

Perché questa novità?

La misura mira a risolvere due problematiche interconnesse:

  1. L’abuso del sistema per ottenere la Naspi: In molti casi, i lavoratori preferiscono non presentarsi al lavoro, costringendo l’azienda a procedere con il licenziamento disciplinare, che garantisce loro il diritto all’indennità di disoccupazione. Questo escamotage ha causato costi aggiuntivi per le imprese e per il sistema previdenziale.

  2. La questione del ticket licenziamento: I datori di lavoro, di fronte ai licenziamenti indotti, hanno spesso avviato contenziosi per evitare il pagamento del ticket di licenziamento, sostenendo che questi casi configurassero una simulazione di dimissioni.

Le nuove regole: vantaggi per aziende e sistema previdenziale

La nuova disciplina offre vantaggi significativi:

  • Per i datori di lavoro, elimina la necessità di avviare un licenziamento disciplinare, semplificando la gestione amministrativa. Inoltre, evita loro l’obbligo di pagare il ticket di licenziamento.
  • Per il sistema previdenziale, previene l’accesso improprio alla Naspi, garantendo che questa sia erogata solo a chi ne ha diritto.

Casi esclusi e possibili criticità

La norma prevede alcune eccezioni. Se il lavoratore può dimostrare che l’assenza è dovuta a cause di forza maggiore o a fatti imputabili al datore di lavoro, la risoluzione automatica non si applicherà. Tuttavia, sarà necessario attendere ulteriori chiarimenti ministeriali per definire:

  • L’applicazione delle tempistiche previste dai CCNL: Alcuni contratti, come quello del commercio, consentono già il licenziamento dopo soli 3 giorni di assenza ingiustificata. Si dovrà stabilire se questi termini saranno applicabili anche al nuovo istituto delle dimissioni di fatto o se sarà necessario adeguarli.

Considerazioni: un equilibrio tra semplificazione e giustizia

La misura rappresenta un importante passo avanti nella gestione delle assenze ingiustificate, offrendo un equilibrio tra semplificazione amministrativa per le aziende e il rispetto delle regole di accesso alla Naspi. Tuttavia, il successo della norma dipenderà dalla sua applicazione pratica e dalla chiarezza delle indicazioni operative fornite dal Ministero del Lavoro.

Con questa innovazione, il DDL lavoro ambisce a chiudere definitivamente una falla normativa, garantendo trasparenza e maggiore equità nel rapporto tra datore di lavoro e lavoratore.