2024 e intelligenza artificiale. Cinque cose che impatteranno sul lavoro.
A cura della redazione
L’impatto dell’ intelligenza artificiale è stato al centro del dibattito degli ultimi mesi, ed è destinato ad avere impatti maggior quest’anno se iniziamo ad affrontare aree più regolatorie quali contratti, assunzioni, inclusività, ma soprattutto formazione e addestramento in merito a salute e sicurezza.
Cosa tratta
Della svolta epocale data dall’ intelligenza artificiale, si è detto tanto. Molti si sprecano in scenari apocalittici. Storicamente ad ogni novità, una parte della popolazione si prefigura tragedie ed epidemie sconvolgenti. Succedeva nel medio evo, è successo per le macchine, per le automobili, per i Pc e per internet. Chi scrive ha passato il capodanno tra il 1999 e il 2000 nella sala controllo di una raffineria, perché si temeva per il millenium bug, che semplicemente non è arrivato.La prima notizia buona è che siamo ancora vivi.La seconda è che una volta tanto i lavoratori sono più pronti e preparati del previsto. L’intelligenza artificiale generativa si è palesata da più di un anno, e i lavoratori iniziano a comprendere i cambiamenti e le possibilità che ne derivano, e cercano di sfruttarne i vantaggi. Ne sono circondati, non è più una scelta.E’ giusto quindi provare a capire, al di là delle previsioni più funeste e dei soliti (storici) menagrami, cosa è giusto e cosa si dovrebbe sapere e soprattutto cosa dovrebbe impattare maggiormente nei prossimi mesi.
IA sarà in grado di implementare una diffusa inclusività.
IA ha tutte le potenzialità per diventare uno strumento potentissimo per i lavoratori con esigenze speciali (una volta si chiavano disabili), e questi indubbi progressi, guideranno il cambiamento per tutti i lavoratori. In primis tutti gli strumenti di assistenza ad apprendimento automatico, sviluppati per i lavoratori con esigenze speciali, stanno diventando sempre più disponibili. Si pensi solo all’ aiuto, anche professionale, che possono dare dispostivi a comando vocale (ad es. Alexa o Siri), ai colleghi con problemi di vista o menomazioni agli arti superiori. Esistono strumenti di sintesi vocale basati su algoritmi che possono fornire indicazioni e informazioni ad utenti con problemi di udito ecc. Appare indubbio che questo tipo di tecnologie possano favorire indipendenza ed inclusione perché riescono ad abbattere barriere, dando reali poteri alle persone. Strumenti peraltro che possono essere usati da tutti. Gli esempi sono numerosi : dal generatore di sottotitoli nelle varie lingue, al lettore ad alta voce di testi e libri, alla varietà di app e software impostabili con comandi vocali. Strumenti nati per le persone con esigenze speciali che fanno ormai parte della nostra realtà quotidiana e daranno accesso ad una serie di informazioni e quindi di possibilità più ampie.
IA entrerà nell’ Ufficio del personale.
Non possiamo dire se ad oggi i colleghi delle risorse umane siano già pronti per utilizzare l’IA o meno, ma quello che è certo è che ci sono diversi strumenti di IA che iniziano ad essere usati nel campo delle risorse umane. I processi di assunzione potrebbero essere interessati. L’obiettivo è quello di arrivare a assunzioni più eque e ridurre i pregiudizi sulle piattaforme elettroniche e sui vari social di recruitment. L’attuale tecnologia deve ancora crescere, ma l’obiettivo è definito e prioritario : identificare i pregiudizi negli strumenti di screening e nei professionisti che li usano. Alcune multinazionali invece iniziano ad usare IA per trattenere i talenti. E’ possibile analizzare e riallocare in modo efficace i budget, spostare i lavoratori verso posizioni più interessanti e di conseguenza evitare dimissioni o licenziamenti. Interessante infine prevedere indicatori e sintomi di stress lavoro correlato e/o lavoratori più marginalizzati : sono i primi a dimettersi.
I luoghi di lavoro utilizzeranno IA
Facciamocene una ragione. L’evoluzione è talmente ampia che IA entrerà prepotentemente nei luoghi di lavoro. Abbiamo già detto che può aiutare le persone con esigenze speciali. Da segnalare come su più fronti si stiano muovendo grandi interessi economici per concentrare sempre più finanziamenti sulle pratiche di inclusione tramite IA. La Commissione Usa per le pari opportunità ha lanciato un piano (Strategic Enforcement Plan) per dare priorità al superamento della discriminazione nei luoghi di lavoro che deriverà dall’ introduzione dell’ IA nei luoghi di lavoro.Nell’ UE, la nuova norma sull’ IA recentemente approvata e ad oggi unica al mondo, richiede che i dati e l’intero processo delle risorse umane, debbano soddisfare precisi standard che riguardano i diritti dei lavoratori. Anche in questo caso saranno necessari investimenti e sforzi.E’ facile quindi pensare quindi che saranno attivate linee di finanziamento per coloro che vorranno investire in tecnologie inclusive (ad es. modelli di apprendimento linguistico, programmi formativi personalizzabili ed interattivi, ecc) ed in generale per l’implementazione di IA, come già effettuato con Industria 4.0 ad esempio.
I lavoratori vogliono lavorare con IA ( e i datori di lavoro investiranno).
Gli scenari più funesti prevedono che IA sostituirà la maggior parte dei ruoli. E’ più ragionevole pensare che i lavoratori si organizzeranno per coesistere con IA, come hanno peraltro fatto lo scorso secolo con le macchine o più recentemente con internet e l’e-commerce. I lavoratori che sono di fatto disposti ad imparare ed ad adattarsi alle nuove tecnologie ne vedranno (e percepiranno) i maggiori vantaggi. I sondaggi dei sindacati americani, indicano come maggiormente preoccupati i lavoratori che tendono a rifiutare la IA (maggiori quantità di stress, ansia ed esaurimento professionale) rispetto a coloro che hanno abbracciato questa tecnologia. E’ quindi pensabile che sarà richiesta riqualificazione di aree specifiche, che di fatto comunque rimangono opportunità di apprendimento (a spese del datore di lavoro). I sondaggi dimostrano in maniera univoca che i lavoratori ritengono di aver bisogno di nuove competenze per competere con IA. Il dato più curioso è che contrariamente a quello che si possa pensare sono i lavoratori più giovani a sentire maggiormente la pressione ed a sentire il bisogno di migliorare le proprie competenze per mantenere un vantaggio competitivo. Le organizzazioni dovranno sostenere questa nuova realtà. Risorse migliori, miglioramento delle competenze, programmi di formazione, tutoraggi e sperimentazioni. Chi investirà avrà vantaggi commerciali in un panorama sempre più competitivo.
E le norme su IA ? Saranno sempre in ricorsa.
Impensabile tenere il passo con la tecnologia (e con questi investimenti : 3 Miliardi di dollardi la sola Google). IA porterà vantaggi e progressi, ma con essi inevitabili criticità ad oggi poco definite. Ad oggi IA è di fatto diventata di uso comune, vi è una necessità di normare e definire i confini, anche con la collaborazione di aziende leader, governi e centri di ricerca. L’impressione comune è che la tecnologia faccia progressi più rapidi, degli sforzi effettuati per regolarla come di fatto è già accaduto con internet. Difficile normare un treno in corsa.
La conclusione è una sola: IA è qui per restare.
E’ nei nostri cellulari, nei navigatori, nelle auto, nella tv di casa. Anche su quasi tutti gli aspetti dei luoghi di lavoro, i lavoratori vedranno una rapida evoluzione nel modo in cui la tecnologia influenzerà la loro vita professionale e le organizzazioni dovranno adattarsi con la stessa rapidità. L’esempio che viene sempre portato è quello dei telefoni. Il cellulare del 2014 non era nemmeno lontanamente paragonabile a quello che avete in tasca. Non ha poi tolto milioni di posti lavoro. Ed alla faccia di catastrofisti e profeti di sventura, non abbiamo ancora visto nessun imminente giudizio universale.
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